Massofisioterapisti e elenchi speciali: se non riguardano noi, allora chi ?

Massofisioterapisti e elenchi speciali: se non riguardano noi, allora chi ?

La storia del massofisioterapista è una storia italiana, con tante colpe ma nessun colpevole che ne risponda. E’ una storia complicata, una questione irrisolta da oltre 20 anni.
Oggi un governo giovane e coraggioso ha trovato una soluzione, ma anziché applaudire per quanto operato, gli si scagliano insulti e campagne diffamatorie. E’ l’ultimo colpo di coda dell’Italia, quella retta dai giochi di potere e dal “gattopardesimo”, dove tutto cambia affinchè di fatto nulla cambi.



Non abbia timore il Governo e nemmeno il Parlamento: avete compreso bene lo stato delle cose, non vi siete sbagliati! Avete agito a difesa di interessi legittimi di 20.000 e oltre lavoratori. Grazie a nome di tutti i massofisioterapisti che potranno accedere agli elenchi, perché a loro è stato volto il pensiero del legislatore quando ha deciso di approvare l’emendamento……, oltre che agli educatori professionali e ai terapisti della riabilitazione formati anch’essi dopo il 17/3/99, e di cui nessuno parla. Dire che il massofisioterapista post 99 non abbia nulla a che vedere con gli “elenchi speciali” è una trovata dell’ultimo minuto, facile da contraddire e smascherare. Ma non ci sarà bisogno di una nuova era di ricorsi, sentenze e contro -sentenze. Questa volta le istituzioni vadano fino in fondo lungo la strada tracciata dal legislatore!
Ma perché si è giunti a cio? Qual è il problema? Quale la sua origine ? Quali le reali responsabilità?
L’Italia ha istituito le professioni sanitarie di formazione universitaria con il DLGS 502/92, ma non è riuscita ad impedire che si continuassero a formare a livello regionale le professioni sanitarie del precedente ordinamento che non siano state riordinate, come nel caso del massofisioterapista.
Migliaia di genitori si sono fidati dello Stato e dei suoi Enti territoriali quali le Regioni, ed hanno affidato loro, dal 1996 a tutt’oggi la formazione dei loro figli, nel convincimento di conseguire una qualifica “sanitaria”, quale “professione sanitaria non riordinata formata ai sensi del precedente ordinamento”- così scriveva fino a pochi anni fa il Ministero della Salute nel suo elenco delle Professioni Sanitarie, alla voce “massofisioterapista”. Oggi si vorrebbe dire a questi genitori e a tutti i mft formati dopo la riforma, che il titolo conseguito non è in realtà un titolo sanitario, e che sarebbe invece di mero “interesse” sanitario. Anzi, che sarebbe in “abuso” della professione del fisioterapista, dal momento che le due figure hanno nel proprio profilo attività sovrapponibili. E a pagare le spese di un ordinamento caotico, e non certo esemplare in quanto a linearità e coerenza, e di vari interessi di ordine privatistico, deve essere il più debole a quanto pare, ovvero il mft, che alla resa dei conti risulta vittima di un sistema nel quale si tolgono diritti, e cambiano status guridici con efficacia retroattiva, dall’oggi al domani. Stiano attenti i nostri detrattori, perché se non si uniscono a noi contro questa grave violazione di sistema dei diritti acquisiti, domani le vittime potrebbero essere i loro figli.
Il nuovo governo ha ben percepito che si trattava di una grave ingiustizia ed ha trovato una soluzione per salvaguardare il diritto al lavoro dei massofisioterapisti e non solo, laddove nessun altro governo in vent’anni ci era riuscito – o aveva voluto. Una soluzione semplice, lineare, ma efficace: dare una “casa” a tutti i massofisioterapisti in esercizio da almeno 36 mesi, negli ultimi 10 anni, all’interno dell’ordine, in appositi elenchi speciali ad esaurimento, che nulla tolgono di fatto al titolato albo dei fisioterapisti; chiudere la formazione di questa figura professionale, abrogandone l’articolo di legge istitutivo (ar.1 L.403/71).
Alla pubblicazione della L.145/2018 contenente l’istituzione dei suddetti elenchi speciali, i fisioterapisti in primis si sono rivoltati ed hanno gridato allo scandalo. Lo stesso Presidente dell’ordine Beux, al centro di un fuoco incrociato, si è chiaramente schierato, mettendo addirittura in discussione che il provvedimento riguardi il massofisioterapista post 99, pur non negando tuttavia l’interesse a trovare una soluzione accomodante. Le parole del Ministro della Salute Giulia Grillo, l’unica vera voce in capitolo, a difesa degli elenchi speciali, e a difesa di 20.000 posti di lavoro – questi i numeri riportati tra educatori professionali e massofisioterapisti – sono cadute nel vuoto, e sembra non interessino a nessuno.
Il Governo è in fase di stallo pre-elettorale e sembra prendere tempo. Insomma, nessuno muore dalla voglia di dare seguito, nel breve termine, ai decreti attuativi che renderebbero applicabili i predetti “elenchi speciali”. Uno spiraglio di luce si ravvede nella recente nota circolare della Direzione Prof. Sanitarie, che “confida” nell’adozione di un rapido provvedimento in tal senso.
Ma gli Elenchi si faranno. Ne siamo certi. E non vi entrerà nessun abusivo. Stiano tranquilli i fisioterapisti. I mft continueranno a lavorare su prescrizione medica e nei limiti del proprio profilo. Chiedono solo legittimamente un posto nella “casa” dei professionisti sanitari!
Noi continueremo a portare avanti la linea del dialogo costruttivo ed aperto con le Istituzioni, certi che il tema del diritto al lavoro per i professionisti, sia un tema italiano e non di nicchia, confidando che nessuno voglia pagare per colpe commesse ad altri livelli e in contesti politici diversi.
Che gli elenchi speciali non riguardino i massofisioterapisti post 99, è una menzogna. Il Senato ha inequivocabilmente indicato nella sua relazione (Dossier) quali figure avrebbe tutelato mediante l’istituzione degli elenchi speciali, indicando espressamente i massofisioterapisti e gli educatori professionali.
Se non riguarda noi, chi altri allora?
Il Governo ha voluto e sostenuto fortemente questo provvedimento, ben interpretando la reale gravità della sistuazione che si sarebbe configurata, grazie soprattutto alle continue relazioni che abbiamo provveduto ad inviare noi e le altre associazioni di categoria, in cui concretamente sono state evidenziate tutte le criticità legate alla legge Lorenzin. Qualora gli elenchi speciali dovessero contenere criteri restrittivi o limitazioni non previste dalla norma primaria, o addirittura discostarsi da essa, sarà gioco facile chiedere che la giustizia amministrativa si pronunci sulla corretta interpretazione.
Ma siamo certi che non ce ne sará bisogno…

Auguriamo intanto a tutte le figure professionali che ruotano in ambito riabilitativo, di continuare a lavorare serenamente e pacificamente nel rispetto della dignità professionale, lavorativa ed individuale.

Dr. Giacomo Russo

Presidente  FIMFT (Federazione Italiana MassoFisioterapisti)

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